2015. Un anno vissuto pericolosamente. Un anno denso di fatti e avvenimenti, in Italia e nel Mondo. La cosa che più colpisce è l'aumento della "finzione". Finzione viene da fingere. La storia di questa parola è triste. Originariamente voleva dire plasmare, dare forma. Era l'atto con cui si modellava la creta, e ben presto ampliò il proprio significato sia al rappresentare quanto all'abbellire. Ma il passo dalla rappresentazione (e dall'invenzione o dall'immaginazione) a quello della simulazione (e della contraffazione e della falsificazione) è stato breve.
Orbene, tutto ciò che promana dalla classe politica, dalle élite economiche e bancarie, dai potentati confindustriali e sindacali, è nel nostro Paese "finzione", ovvero contraffazione e simulazione. Incapaci di esprimere una autentica guida del Paese, nel loro bisogno vitale di mantenere e accrescere la loro posizione di potere, i nostri politicanti sono giunti a proporre una riforma costituzionale che sancisce definitivamente il ruolo di "finzione" della sovranità del popolo e del Parlamento a tutto vantaggio di pochi eletti che hanno tutto il diritto di divorziare dai loro elettori. Speculare a questa è la riforma della RAI. Nel 2015 essa non cerca più di convincere i teledipendenti a pagare il canone, perchè la RAI fa cultura, informazione, spettacolo, ecc.. È caduta anche quest'ultima finzione: i soldi arriveranno con le bollette elettriche e perciò adesso si getti la maschera: ente al servizio di pochi per teleaddomesticare i sudditi. Il Piccolo Cazzaro Fiorentino, occupante il palazzo Chigi, senza essere mai passato per un'elezione, si comporta da vero piazzista di "obbligazioni subordinate". Poveri noi sciocchi investitori! Ma non c'è pericolo: è tornata la vecchia e tanto cara moda italiana del "trasformismo". Come all'epoca di Depretis, l'attuale maggioranza si è rafforzata con l'apporto di singoli parlamentari e spezzoni di partito che erano stati eletti da tutt'altra parte. Inoltre, la nuova elegge elettorale, peggio ancora del Porcellum, cancellerà definitivamente gli elettori.
Dunque, prepariamoci all'orgia dei proclami di fine anno!